Gascoigne
2013-03-12 18:39:17 UTC
rsa sembra prudente.
Qual è il suo giudizio su come è stata gestita, fino ad oggi, questa
trattativa? Si aspettava che ci fossero, già nei primi giorni, i riflettori
della Consob e della Procura?
In tutte le vicende di speculazioni finanziarie intorno alla Roma la Consob
non ha mai assunto iniziative che portassero a conclusioni apprezzabili. Già
nel caso del presunto interesse del magnate George Soros non ho visto
applicare sanzioni o aprire contenziosi contro chi aveva diffuso e per lungo
tempo alimentato voci rivelatesi prive di fondamento. Anche in questa
vicenda credo che la Consob avrebbe dovuto essere più incisiva. Né il
comunicato del 21 febbraio, né quello del 25 febbraio, della AS Roma Spv
Llc, la società considerata "cassaforte" dei soci americani, pur menzionando
un "accordo preliminare" con Al Qaddumi indicano quale sarebbe il prezzo
dell'investimento attribuibile al presunto sceicco. C'è poca trasparenza,
come al solito prima sono state fatte circolare voci ad arte, poi dopo il
rialzo in Borsa e la richiesta (tardiva) della Consob, è stato emesso un
comunicato che dice ben poco, salvo il riferimento ad un accordo preliminare
sottoscritto con Al Qaddumi.
Se il prossimo 14 marzo si dovesse arrivare all'ingresso dello sceicco Al
Qaddumi nel capitale della società si aspetta una rivoluzione a livello di
quadri dirigenziali? Potrebbe essere escluso, per esempio, il
vice-presidente Joe Tacopina dal CdA?
Non sono in grado di rispondere a questa domanda. Non so se Al Qaddumi
entrerà nella AS Roma. In linea teorica, penso che, come avverrebbe in ogni
società, chiunque dovesse entrare con un apporto importante di capitali
acquisirebbe un ruolo anche nella gestione.
Qual è l'impressione rispetto alla figura di Al Qaddumi? E' lui il possibile
nuovo socio della AS Roma, o dietro c'è un altro soggetto interessato al
club?
La prima impressione, leggendo quello che i giornali hanno raccontato
(rispetto a precedenti vicende che lo riguardano), è che Al Qaddumi non
abbia la solidità, né mezzi adeguati. Devo dire che, ad oggi, non si conosce
bene neppure la reale consistenza patrimoniale dei soci americani entrati
nel 2011. Ogni tentativo di tracciare le loro attività e individuare un
bilancio consolidato delle attività di James Pallotta, di Thomas R. Di
Benedetto, ecc., si è fermato davanti ad un muro di sigle e di descrizioni
generiche, povere di cifre. L'unica cosa chiara dai bilanci dell'As Roma è
che i soldi li mette soprattutto la banca, ovvero Unicredit. La Roma ha
debiti finanziari di oltre 90 milioni di euro verso il gruppo Unicredit,
secondo gli ultimi dati pubblicati, a fine 2012.
In una scala da 1 a 10, che voto darebbe alla comunicazione della AS Roma
nel rapporto con i media? Cosa le è piaciuto di più e cosa di meno? E'
normale che, ad oggi, per esempio, non si conosca il business plan
aziendale?
Non voglio dare voti. Dico, però, che in tutta questa vicenda scarseggia la
trasparenza. E ci sono passaggi anomali, come la firma a Boston dell'accordo
preliminare nel 2011 tra Unicredit e i soci "americani". Perché non firmare
a Roma? La scarsa trasparenza si estende allo schermo americano, la società
AS Roma Svp Llc, che è il socio di maggioranza, con il 60%, della Neep Roma
Holding, la Spa italiana che possiede il 78% della società di calcio. Questa
costruzione, pur legittima nella forma, impedisce di vedere bene gli assetti
proprietari della Roma e di tracciare i flussi di denaro. Secondo me il vero
padrone della Roma è Unicredit, anche se appare solo come socio al 40% della
Neep Roma Holding. E' Unicredit che mette i soldi e fornisce il carburante
per far girare il motore della "Magica"
Qual è il suo giudizio su come è stata gestita, fino ad oggi, questa
trattativa? Si aspettava che ci fossero, già nei primi giorni, i riflettori
della Consob e della Procura?
In tutte le vicende di speculazioni finanziarie intorno alla Roma la Consob
non ha mai assunto iniziative che portassero a conclusioni apprezzabili. Già
nel caso del presunto interesse del magnate George Soros non ho visto
applicare sanzioni o aprire contenziosi contro chi aveva diffuso e per lungo
tempo alimentato voci rivelatesi prive di fondamento. Anche in questa
vicenda credo che la Consob avrebbe dovuto essere più incisiva. Né il
comunicato del 21 febbraio, né quello del 25 febbraio, della AS Roma Spv
Llc, la società considerata "cassaforte" dei soci americani, pur menzionando
un "accordo preliminare" con Al Qaddumi indicano quale sarebbe il prezzo
dell'investimento attribuibile al presunto sceicco. C'è poca trasparenza,
come al solito prima sono state fatte circolare voci ad arte, poi dopo il
rialzo in Borsa e la richiesta (tardiva) della Consob, è stato emesso un
comunicato che dice ben poco, salvo il riferimento ad un accordo preliminare
sottoscritto con Al Qaddumi.
Se il prossimo 14 marzo si dovesse arrivare all'ingresso dello sceicco Al
Qaddumi nel capitale della società si aspetta una rivoluzione a livello di
quadri dirigenziali? Potrebbe essere escluso, per esempio, il
vice-presidente Joe Tacopina dal CdA?
Non sono in grado di rispondere a questa domanda. Non so se Al Qaddumi
entrerà nella AS Roma. In linea teorica, penso che, come avverrebbe in ogni
società, chiunque dovesse entrare con un apporto importante di capitali
acquisirebbe un ruolo anche nella gestione.
Qual è l'impressione rispetto alla figura di Al Qaddumi? E' lui il possibile
nuovo socio della AS Roma, o dietro c'è un altro soggetto interessato al
club?
La prima impressione, leggendo quello che i giornali hanno raccontato
(rispetto a precedenti vicende che lo riguardano), è che Al Qaddumi non
abbia la solidità, né mezzi adeguati. Devo dire che, ad oggi, non si conosce
bene neppure la reale consistenza patrimoniale dei soci americani entrati
nel 2011. Ogni tentativo di tracciare le loro attività e individuare un
bilancio consolidato delle attività di James Pallotta, di Thomas R. Di
Benedetto, ecc., si è fermato davanti ad un muro di sigle e di descrizioni
generiche, povere di cifre. L'unica cosa chiara dai bilanci dell'As Roma è
che i soldi li mette soprattutto la banca, ovvero Unicredit. La Roma ha
debiti finanziari di oltre 90 milioni di euro verso il gruppo Unicredit,
secondo gli ultimi dati pubblicati, a fine 2012.
In una scala da 1 a 10, che voto darebbe alla comunicazione della AS Roma
nel rapporto con i media? Cosa le è piaciuto di più e cosa di meno? E'
normale che, ad oggi, per esempio, non si conosca il business plan
aziendale?
Non voglio dare voti. Dico, però, che in tutta questa vicenda scarseggia la
trasparenza. E ci sono passaggi anomali, come la firma a Boston dell'accordo
preliminare nel 2011 tra Unicredit e i soci "americani". Perché non firmare
a Roma? La scarsa trasparenza si estende allo schermo americano, la società
AS Roma Svp Llc, che è il socio di maggioranza, con il 60%, della Neep Roma
Holding, la Spa italiana che possiede il 78% della società di calcio. Questa
costruzione, pur legittima nella forma, impedisce di vedere bene gli assetti
proprietari della Roma e di tracciare i flussi di denaro. Secondo me il vero
padrone della Roma è Unicredit, anche se appare solo come socio al 40% della
Neep Roma Holding. E' Unicredit che mette i soldi e fornisce il carburante
per far girare il motore della "Magica"